La stessa etimologia latina, “mustum ardens”, incuriosisce la mente prima ancora del palato spingendola ad addentrarsi in un mondo fatto di mosto d’uva, reso piccante dalla senape.
Secondo la leggenda la mostarda venne scoperta nel Medioevo e fu tutto un gioco del caso. Nella bottega di uno speziale un pezzo di melone cadde erroneamente in un barile ricolmo di miele. Ritrovato tempo dopo, il frutto risultò fresco e profumato come appena colto, sprigionando un gusto squisito.
La storia la vede comparire in molte opere classiche di autori latini, come base di accompagnamento per pietanze importanti. Il primo documento scritto “Mostarda de fructa per feste natalizie” risale al 1393 ed è attribuito a Galeazzo Visconti, Duca di Milano, ma la ricetta più antica preparata con frutta, senape e zucchero, senza il mosto, venne rinvenuta nel Belgio del XVII secolo.
Da quel momento in poi i ricettari iniziarono ad includerla come ingrediente principe, arrivando a rinvenirne, nel corso dell’Ottocento, fino a 93 varietà differenti. Della sua preparazione sono incaricati esperti farmacisti e droghieri, i moderni “speziali”.
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